I ricercatori hanno scoperto quella che è forse l'opera d'arte più antica del mondo, riproducendone una scansione tridimensionale, su un promontorio roccioso a Quesang sull'altopiano tibetano


a cura della redazione, 25 marzo

Negli ultimi decenni, è stato identificato un numero crescente di impronte di mani umane sulle pareti delle caverne, tale da entrare in competizione con altre forme di arte rupestre: 750 rappresentazioni distribuite in Francia, Regno Unito, Spagna e Italia, che costituiscono un corpus nutrito di indizi su usi e costumi del Paleolitico. Un recente articolo pubblicato sul Journal of Archaeological Science da Verónica Fernández-Navarro e Diego Garate, dell'Università della Cantabria, insieme a Edgard Camarós, dell'Università di Cambridge, ha iniziato ad analizzare alcune di quelle impronte da una nuova e intrigate prospettiva. Nella loro ricerca, gli studiosi hanno preso a campione cinque grotte in Spagna (Fuente del Salín, Castillo, La Garma, Maltravieso e Fuente del Trucho), scoprendo che la maggior parte delle impronte di mano "umana" riprodotta su quelle pareti di pietra furono realizzate soffiando polvere di pigmento attraverso un osso cavo o una canna su mani talmente piccole ce avrebbero potuto essere solo di bambini, anche piccolissimi, oppure di nani. Il che cambia la prospettiva di chi realizzò i disegni, e l'arte rupestre preistorica in generale, registrati in tutto il mondo. Sino ad oggi, gli scienziati erano generalmente d'accordo sul fatto che fossero stati realizzati da uomini adulti, o appena adolescenti, appartenenti a un gruppo elitario a scopo iniziatico. In questo nuovo studio, i ricercatori hanno trovato prove che suggeriscono che fino a un quarto di tutte le impronte presenti sulle pareti delle caverne furono realizzate usando mani dalle dimensioni talmente piccole, e alcune sono state attribuite a bambini anche di pochi mesi. Perché tanta prevalenza di bambini? Quale poteva essere il loro ruolo in seno al contesto rituale cui sono stati collegati tali stampi? 

Attualmente, nell'arte paleolitica europea sono note 56 grotte con motivi a mano umana. Questi contengono un totale di 769 mani, di cui il 90% sono immagini negative o stencil, il 9% sono immagini o impronte positive e l'1% sono rappresentazioni miste. Le grotte con questi motivi sono concentrate in due aree principali, la Spagna settentrionale e la Francia meridionale. Per la precisione, 30 delle grotte si trovano in Francia, 23 in Spagna, 1 a Gibilterra e 2 in Italia.

Storicamente, i primi tentativi di avvicinamento alla presenza dei bambini nelle popolazioni paleolitiche sono stati considerati attraverso gli studi antropologici di resti ossei nei contesti mortuari di siti come: Lagar Velho in Portogallo, Sungir in Russia, Dolní Věstonice in Moravia, Kostenki in Russia, Krems in Austria, Abri Pataud e La Madeleine nella Dordogna francese, e la Grotta des Enfants in Italia, nonché ritrovamenti di resti di bambini umani. Anche gli studi etnologici hanno avuto un ruolo importante per sintonizzarsi con le interconnessioni e le sovrapposizioni tra il mondo degli adulti e quello dei bambini tra cacciatori-raccoglitori e altre società “tradizionali” e il possibile ruolo di questi bambini all'interno delle loro comunità. Studi recenti hanno gradualmente introdotto la considerazione dei bambini come generatori della documentazione archeologica. Nel caso del Paleolitico si sono concentrati sulla ricerca di prove dell'apprendimento nella riduzione litica; l'interpretazione di alcuni oggetti come giocattoli; e la trasmissione della conoscenza delle attività artistiche, come l'incisione e arte parietale.

L'opera d'arte più antica è una sequenza di mani e impronte scoperte sull'altopiano tibetano. Le stampe risalgono alla metà del Pleistocene, tra 169.000 e 226.000 anni fa, da tre a quattro volte più antiche delle famose pitture rupestri in Indonesia, Francia e Spagna che risalgono a un periodo compreso tra i 45.000 e i 30.000 anni fa. Una scoperta del 2018, annunciata a settembre 2021, e che ha lasciato aperte le. più diverse interpretazioni del valore simbolico attribuito alle impronte delle mani, lasciati dagli ominidi centinaia di migliaia di ani prima, e non a caso si trattava, anche allora, di di impronte individui moto giovani. Bambini di Homo sapiens?

I ricercatori hanno notato che, invece di appoggiare le mani sul muro, la maggior parte delle stampe era stata eseguita tenendo la mano a una leggera distanza dalla parete, generando una sorta di stencil con un aspetto leggermente 3D. Nel replicare la tecnica, gli studiosi hanno scoperto che lo stampo risultava essere leggermente più grande della "mano matrice" utilizzata per crearlo. Hanno quindi studiato da vicino centinaia di impronte cercando di riprodurle con la stessa procedura utilizzata anticamente. Misurazioni accurate hanno indicato che molte delle mani appartenevano a bambini, compresi neonati e bambini d pochi anni, o comunque a individui molto minuti. L'abbondante ed omogenea partecipazione dei bambini dai quattro anni di età e almeno fino ai nove anni, suggerisce che individui di tutte le età prendessero parte all'attività grafica e che la creazione di arte rupestre potrebbe quindi essere stata un'azione collettiva delle società preistoriche.


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