Mentre ruotava nel cosmo, l'oggetto "spettrale" ha emesso un raggio di radiazioni ogni 20 secondi, rilasciando una gigantesca esplosione di energia tre volte in un'ora...


a cura della redazione, 26 gennaio

Ne avrete sentito parlare in questi giorni, anche i TG in Italia ne hanno dato notizia. Ma quello che non hanno detto è che il misterioso oggetto incredibilmente luminoso e più piccolo del Sole, scoperto a 4.000 anni luce dalla Terra dall'International Center for Radio Astronomy Research (ICRAR) in Australia, emetteva onde radio altamente polarizzate. Avete capito bene: onde radio dalla Via Lattea. Ed è sempre da quelle parti, si fa per dire, che nei giorni scorsi gli scienziati hanno individuato strutture che pulsano, i cui filamenti sono distanziati in modo uniforme come le corde di un’arpa. 

Certo potrebbe essere una magnetar, una stella di neutroni che ruota lentamente di cui si prevedeva l'esistenza solo teoricamente. Oppure potrebbe essere qualcosa di completamente nuovo per la scienza. Mentre ruotava nel cosmo, l'oggetto "spettrale" ha emesso un raggio di radiazioni ogni 20 secondi, rilasciando una gigantesca esplosione di energia tre volte in un'ora. Gli oggetti che si accendono e si spengono nell'Universo non sono nuovi per gli astronomi, li chiamano "transitori". I "transitori lenti", come le supernove, possono apparire nel corso di pochi giorni e scomparire dopo alcuni mesi. I 'transitori veloci', come le pulsar, si accendono e si spengono in millisecondi o secondi. Il fenomeno registrato nella Via Lattea la scorsa settimana, però, si è acceso per un intero minuto. 

Poi "puff!!!", si è spento come se stesse convertendo l'energia magnetica in onde radio in modo molto più efficace di qualsiasi altra cosa che gli scienziati abbiano visto prima. Perché tutte queste emissioni luminose e sonore registrate improvvisamente dai nostri radiotelescopi? Nel 2006 il radiometro assoluto per la cosmologia, l'astrofisica e l'emissione diffusa (ARCADE) , che la NASA ha costruito per estendere lo studio dello spettro di fondo delle microonde cosmiche a frequenze più basse, registrò un misterioso ruggito dallo spazio lontano. 

E' noto dalla fine degli anni '60 che l'emissione radio combinata di galassie lontane dovrebbe formare uno sfondo radio diffuso proveniente da tutte le direzioni. Ma il ruggito spaziale aveva una frequenza in surplus rispetto al segnale atteso, come se ci fossero sei galassie in più nell'universo lontano, emettendo onde radio che si estendevano ben oltre il disco galattico necessario. Il che richiederebbe un ripensamento completo dei nostri modelli del campo magnetico così come ipotizzato sino ad ora e ci dice anche che qualcosa sta accadendo lassù, dove tutto ebbe inizio...


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Ultimamente un'immagine, scattata dal Mars Reconnaissance Orbiter il 29 dicembre 2006, è tornata alla ribalta sul WEB profilata su vari siti, corredata da affermazioni sensazionalistiche. Tutte speculazioni?...


The Black Vault, 16 dicembre

Ultimamente un'immagine, scattata dal Mars Reconnaissance Orbiter il 29 dicembre 2006, è tornata alla ribalta sul WEB profilata su vari siti, corredata da affermazioni sensazionalistiche. Tutte speculazioni? C'è chi dice sia la scia di un oggetto atterrato su Marte. Chi pensa potrebbe essere una rampa che conduce a un ingresso sotterraneo e chi ritiene si tratti di una struttura del Progetto Ice-Worm incompleta. Ma potrebbe anche essere semplicemente una strana duna a forma di arco. La foto che riportiamo è stata originariamente pubblicata e profilata da Jean Ward su YouTube. Secondo il signor Ward si tratterebbe di un'anomalia individuata  nel sito marziano di Ceti Mensa, nella regione Valles Marineris. L'anomalia si presenta come l'impronta di un oggetto a forma di disco che, a detta di Ward, potrebbe aver colpito la superficie di Marte con un angolo molto basso, lasciando dietro di sé una fossa. L'impronta a forma di disco misurerebbe circa 12-15 metri di diametro. In realtà, come ha fatto notare Chris Okubo, esiste una spiegazione scientifica. Questa immagine, di fatto, mostrerebbe le stratificazioni del Candor Chasma, un grande canyon alto almeno 4 chilometri nel sistema Valles Marineris, costituito da strati sedimentari di sabbia e polvere erosi, molto probabilmente dal vento. Quindi le colline allungate potrebbero rappresentare aree di roccia più forti a causa delle differenze nelle dimensioni delle particelle sedimentarie, dell'alterazione chimica o di entrambe. Uno degli aspetti più accattivanti di questa scena sono gli intricati vortici che questi strati formano. La roccia sedimentaria si accumula generalmente in strati orizzontali. Questi strati, tuttavia, sono stati piegati secondo schemi anomali. La piegatura potrebbe essersi verificata a causa del peso dei sedimenti sovrastanti? Di certo sarebbe utile comprendere la storia geologica di questa regione, il che potrebbe fornire indizi sulla storia dell'acqua su Marte, di cui si parla molto sui media negli ultimi tempi, perché questi strati potrebbero essersi accumulati in laghi poco profondi e potrebbero aver subito reazioni chimiche con l'acqua liberando l’energia che potrebbe aver sostenuto oasi abitabili in queste aree.


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Scoperta in Italia la sepoltura altamente decorata di 10.000 anni fa di una bambina adornata con 60 perline in conchiglie perfettamente forate, quattro ciondoli ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale...


Scientific Report (Nature), 14 dicembre

Scoperta in Italia la sepoltura altamente decorata di 10.000 anni fa di una bambina adornata con 60 perline in conchiglie perfettamente forate, quattro ciondoli ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale. Gli archeologi l'hanno chiamata Neve, è la bambina più antica mai ritrovata in una sepoltura del primo Mesolitico in Europa. La scoperta, appena pubblicata sulla rivista "Nature", è stata fatta in Liguria, nella grotta Arma Veirana, nell'entroterra di Albenga, in provincia di Savona. Gli esami del DNA e dei denti hanno portato gli scienziati a indicare che la neonata avesse tra i 40 e i 50 giorni di vita quando morì. Questa scoperta testimonia come tutti i membri della comunità, anche i neonati, anticamente erano riconosciuti come persone a pieno titolo e godevano di un trattamento egualitario. La sepoltura di Neve è simile a quella di bambini di 11.500 anni precedentemente trovati a  Upward Sun River, in Alaska. Ciò suggerisce che questo atteggiamento sociale potrebbe avere origine da una cultura ancestrale condivisa con i popoli che migrarono in Europa e Nord America. La scoperta, e lo studio correlato, sono frutto del lavoro di un team coordinato da ricercatori italiani - Stefano Benazzi (Università di Bologna), Fabio Negrino (Università di Genova) e Marco Peresani (Univerisità di Ferrara) - e comprende anche studiosi della University of Colorado Denver (Usa), dell'Università di Montreal (Canada), della Washington University (Usa), dell'Università di Tubinga (Germania) e dell'Institute of Human Origins dell'Arizona State University (Usa). Gli scienziati sottolineano, nell'articolo, come sia molto raro ritrovare sepolture ben conservate come questa nel periodo in questione, immediatamente dopo la fine dell'ultima glaciazione. Arma Veirana è un luogo popolare nell'Italia nord-occidentale, non solo tra le famiglie locali, ma anche tra i saccheggiatori, i cui scavi hanno portato alla luce gli strumenti della tarda era glaciale che per primi hanno attirato l'attenzione degli archeologi nel 2015. Il team ha trascorso le prime due stagioni lavorando vicino all'imboccatura della grotta, dove hanno scoperto i cosiddetti strumenti "musteriani" associati ai Neanderthal e risalenti a più di 50.000 anni fa. Incuriositi dalla scoperta di strumenti più "recenti", che sembravano essere erosi dalle profondità della grotta, i ricercatori hanno iniziato a esplorare questi strati di sedimenti, dissotterrando una serie di perline di conchiglie perfettamente perforate, come da uno strumento di alta tecnologia, che presto hanno portato alla scoperta della calotta cranica di Neve da parte dell'antropologa Claudine Gravel-Miguel. 


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La nuova datazione al radiocarbonio di alcuni dei 10.000 monoliti di pietra nel sito archeologico di Sakaro Sodo, nel sud dell'Etiopia, indica che il più antico dei monumenti stele alti sei metri a forma di fallo è estratto, eretto e scolpito nel I secolo d.C., circa 1.000 anni prima di quanto si pensasse in precedenza. Nonostante la natura impressionante del sito archeologico, si sa poco sul perché o su come siano stati costruiti i monoliti...


Washington State University (WSU), 9 dicembre

La nuova datazione al radiocarbonio di alcuni dei 10.000 monoliti di pietra nel sito archeologico di Sakaro Sodo, nel sud dell'Etiopia, indica che il più antico dei monumenti stele alti sei metri a forma di fallo è estratto, eretto e scolpito nel I secolo d.C., circa 1.000 anni prima di quanto si pensasse in precedenza. Nonostante la natura impressionante del sito archeologico, si sa poco sul perché o su come siano stati costruiti i monoliti. Per l’archeologo Ashenafi Zena, autore principale dello studio ed ex ricercatore di dottorato della WSU ora presso la State Historical Society of North Dakota, e Andrew Duff, professore di antropologia alla WSU, le pietre nella zona di Gedeo variano per dimensioni, funzione e disposizione nel paesaggio, e alcune sono state scolpite con volti o altri disegni. I monumenti disposti in uno schema lineare possono aver commemorato il trasferimento di potere o un rito iniziatico, mentre si pensa che alcune delle pietre più recenti a Tuto Fela siano state utilizzate come segni di sepoltura. Le nuove date suggeriscono che i monumenti più antichi furono eretti all'incirca nello stesso periodo in cui furono introdotti nella regione l'addomesticamento degli animali e sistemi sociali ed economici più complessi. Oltre a spostare di un millennio la data della prima costruzione dei monoliti, i ricercatori hanno anche determinato dove gli antichi costruttori del sito probabilmente estraevano la pietra grezza per il progetto. Hanno anche identificato, per la prima volta, le prime fonti conosciute di manufatti di ossidiana che sono stati recuperati dai siti delle stele di Gedeo. Sorprendentemente, la maggior parte dell'ossidiana che i ricercatori hanno identificato a Sakaro Sodo proviene da circa trecento chilometri di distanza, nel nord del Kenya, dimostrando che le persone di quei luoghi ricavavano le loro materie prime attraverso lo scambio o il commercio.


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Sono iniziati i lavori post-scavo su un antico luogo di sepoltura vichingo nelle isole Orcadi, in Scozia. L’Historic Environment Scotland (HES) ha affermato che le tombe potrebbero far parte di un cimitero precedentemente sconosciuto. I resti umani sono stati scoperti nel 2015 sulla costa nord-orientale di Papa Westray. Gli scavi hanno rivelato una serie di reperti, tra cui una spada con il suo fodero, una tomba con armi e una rara sepoltura a forma di barca. La reliquia di ferro era molto corrosa, ma i raggi-X sono stati in grado di rivelare particolari decorazioni a nido d’ape delle guardie...


BBC, 8 dicembre

Sono iniziati i lavori post-scavo su un antico luogo di sepoltura vichingo nelle isole Orcadi, in Scozia. L’Historic Environment Scotland (HES) ha affermato che le tombe potrebbero far parte di un cimitero precedentemente sconosciuto. I resti umani sono stati scoperti nel 2015 sulla costa nord-orientale di Papa Westray. Gli scavi hanno rivelato una serie di reperti, tra cui una spada con il suo fodero, una tomba con armi e una rara sepoltura a forma di barca. La reliquia di ferro era molto corrosa, ma i raggi-X sono stati in grado di rivelare particolari decorazioni a nido d’ape delle guardie. Gli archeologi ritengono che le tombe di Papa Westray potrebbero appartenere alla prima generazione di coloni norvegesi sulle Orcadi. L’AOC Archaeology analizzerà le tombe per ottenere nuove informazioni sulla vita e la morte della comunità vichinga sulle isole scozzesi durante il X secolo attraverso  un programma di analisi ossea e la datazione al radiocarbonio. L’HES lavorerà con l'Ancient Genome Project per scoprire ulteriori informazioni genetiche. Un lavoro scientifico che potrebbe gettare nuova luce sugli antenati ancestrali di queste popolazioni.


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Molti abitanti locali affermano di aver visto “cose strane nel cielo” qui. Uno degli avvistamenti più importanti è avvenuto la notte a cavallo tra i 23 e il 24 ottobre 2004...


 a cura della redazione, 10 dicembre

Situata nella parte meridionale dello Yucatán, molto vicino al sito archeologico di Uxmal si trova una tranquilla cittadina, Muna, conosciuta tra gli ufologi per i frequenti avvistamenti di UFO. Molti abitanti locali affermano di aver visto “cose strane nel cielo” qui. Uno degli avvistamenti più importanti è avvenuto la notte a cavallo tra i 23 e il 24 ottobre 2004, quando un gruppo di locali racconta di aver visto un oggetto volante atterrare in cima a un cenote, dove è rimasto per qualche secondo per poi scomparire nel cielo ad alta velocità. Anche se i residenti di Muna sembrerebbe siano abituati a vedere simili oggetti nel cielo, quella volta l'oggetto non identificato si avvicinò così tanto al suolo che molte persone affermano di averlo visto scendere dentro il cenote per poi volarne fuori. Stiamo parlando del Yaal-Chaac, che ad oggi non è mai stato esplorato nella sua profondità. I testimoni che hanno assistito all’evento hanno riferito che l'oggetto disceso dal cielo, non somigliava in nessun modo ad un aereo o a un elicottero e che si è completamente immerso nell'acqua. Era di forma rotonda, completamente illuminato, con un diametro di circa 12 metri. Quando si immerse, dopo aver stanziato per qualche minuto a un'altezza di 100 metri dal suolo, è rimasto sotto l'acqua stagnante per una manciata di secondi, tanto che i testimoni dicono di averne visto le luci accese sotto il pelo dell’acqua, come un bagliore. Al misterioso avvistamento si aggiunge la strana presenza di uomini armati nella zona. Secondo le testimonianze sono arrivate il sabato prima dell'alba (intorno alle 5:00) e se ne sono andate dopo le 17:00. Le persone intervistate nel comune di Muna hanno confermato che i guardiani notturni del ristorante a ridosso del cenote hanno segnalato la stessa sera la presenza di strane luci.


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A ovest di Huánuco, si trova una huaca preispanica che ha l'aspetto di un promontorio naturale edificato dall’uomo 3.800 anni fa. Si tratta di una delle più antiche testimonianze di costruzioni dedicate all'attività cerimoniale o religiosa in Perù...


a cura della redazione, 9 dicembre

A ovest di Huánuco, si trova una huaca preispanica che ha l'aspetto di un promontorio naturale edificato dall’uomo 3.800 anni fa. Il suo nome è Kotosh e significa, appunto, “monte di pietre”. Si tratta di una delle più antiche testimonianze di costruzioni dedicate all'attività cerimoniale o religiosa in Perù, e la forma dei suoi templi a tre strati terrazzati, come la disposizione dei suoi elementi interni, lo rendono il fulcro del più antico movimento religioso delle Ande peruviane. Scoperto negli anni trenta dello scorso secolo, fu associato dall’archeologo Giulio Cesare Tello a una delle prime popolazioni andine, quale anello di congiunzione nella storia della civiltà peruviana, la cui massima espressione fu la città sacra di Caral. Dopo la scomparsa di Tello, non ci furono più ricerche nella zona, fino a quando nel 1960 l'Università di Tokyo inviò una spedizione guidata da Seichi Izumi. Nel team anche l'archeologo Toshinico Sono, l'antropologo Kazuo Terada e altri specialisti. La squadra ha rimosso i detriti a Kotosh, fino a trovare i resti di un'antichissima costruzione del preceramico. Sulla parete nord sono stati rinvenuti una coppia di rilievi fittili che rappresentano due braccia incrociate, da destra a sinistra e per questo motivo questo edificio è stato chiamato "Tempio delle Mani Incrociate". Nel 1963 un altro rilievo simile fu trovato sulla stessa parete, ma con il braccio sinistro sopra il destro. Le sculture delle mani incrociate sono le più antiche trovate in Perù. Alcuni sostengono che rappresentino la dualità e la complementarità. Anche il doppio livello del pavimento del tempio è considerato un'espressione materiale del "dualismo" in questo sito. A partire dal 1960, gli archeologi hanno completamente disseppellito il tempio confermandone l’età plurimillenaria. Risalirebbe almeno al 1800 a.C..  Si tratta di un complesso di varie edificazioni a scopo religioso, senza finestre, con una sorta di pozzo o fossa centrale. Questa antichissima huaca, non solo è la più precoce architettura cerimoniale delle Ande, ma risulta essere edificata in un punto magnetico che amplifica la voce del visitatore rispetto alle altre persone presenti. Kotosh comprende anche due templi naturali: il tempio della Purificazione, dove si eseguivano le abluzioni sacerdotali e le cerimonie di iniziazione, per poi passare la notte in meditazione nel tempio naturale della Luna, Quillarumi, e con l'alba ricevere il bagno dell'aurora, il Sacro Fuoco, officiando il Padre Inti (Sole). Il Quillarumi si trova sulla cima di una montagna sul lato sud ovest del tempio Kotosh. E' una formazione rocciosa a forma di mezza luna, ornata con pitture rupestri ancora più antiche. Sul lato sinistro ci sono simboli e scene della vita spirituale e sul lato destro scene della vita materiale.


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