Il più grande e potente telescopio spaziale del mondo ed è arrivato al punto di osservazione designato alla ricerca dell’alba dell’Universo...


Daily Mail, 24 gennaio

James-Webb “parcheggia” nello spazio profondo A UN MILIONE di miglia dalla Terra. Il più grande e potente telescopio spaziale del mondo ed è arrivato al punto di osservazione designato alla ricerca dell’alba dell’Universo. Lunedì scorso, dopo un viaggio epico, lanciato il giorno di Natale dalla Guyana francese su un razzo Ariane 5, il telescopio della NASA, finanziato dall’Agenzia spaziale europea (ESA), si è stabilito nella sua orbita attorno al Sole nella posizione prefissata, il punto 2 di Langrange, un area di equilibrio gravitazionale tra la il nostro pianeta e l’Astro lucente. 

Gli specchi dell’osservatorio da 10 miliardi di dollari devono ancora essere allineati meticolosamente, i rivelatori a infrarossi sufficientemente raffreddati e gli strumenti scientifici calibrati prima che le osservazioni possano iniziare a giugno. Le immagini che invierà consentiranno agli astronomi di scrutare indietro nel tempo, fino a quando le prime stelle e galassie si stavano formando 13,7 miliardi di anni fa. Gli astronomi utilizzeranno il telescopio per osservare le prime galassie dell'Universo, indagare sui luoghi di nascita di stelle e pianeti e scansionare le atmosfere di mondi alieni alla ricerca di possibili segni di vita. 

Sviluppato dalle agenzie spaziali americane, europee e canadesi e con l'aiuto di appaltatori privati come Lockheed Martin, Webb è stato descritto come il "telescopio più complesso mai costruito". Con le sue capacità a infrarossi, cercherà stelle e galassie antiche, studierà la formazione di stelle, esopianeti e cercherà la vita nella Via Lattea. Il telescopio spaziale ha il potenziale per trasformare letteralmente e figurativamente la nostra visione del cosmo e la nostra comprensione del nostro ruolo in esso. La missione dovrebbe durare per almeno cinque anni, ma l'obiettivo è mantenere il super telescopio attivo per almeno dieci.


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Scoperta in Italia la sepoltura altamente decorata di 10.000 anni fa di una bambina adornata con 60 perline in conchiglie perfettamente forate, quattro ciondoli ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale...


Scientific Report (Nature), 14 dicembre

Scoperta in Italia la sepoltura altamente decorata di 10.000 anni fa di una bambina adornata con 60 perline in conchiglie perfettamente forate, quattro ciondoli ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale. Gli archeologi l'hanno chiamata Neve, è la bambina più antica mai ritrovata in una sepoltura del primo Mesolitico in Europa. La scoperta, appena pubblicata sulla rivista "Nature", è stata fatta in Liguria, nella grotta Arma Veirana, nell'entroterra di Albenga, in provincia di Savona. Gli esami del DNA e dei denti hanno portato gli scienziati a indicare che la neonata avesse tra i 40 e i 50 giorni di vita quando morì. Questa scoperta testimonia come tutti i membri della comunità, anche i neonati, anticamente erano riconosciuti come persone a pieno titolo e godevano di un trattamento egualitario. La sepoltura di Neve è simile a quella di bambini di 11.500 anni precedentemente trovati a  Upward Sun River, in Alaska. Ciò suggerisce che questo atteggiamento sociale potrebbe avere origine da una cultura ancestrale condivisa con i popoli che migrarono in Europa e Nord America. La scoperta, e lo studio correlato, sono frutto del lavoro di un team coordinato da ricercatori italiani - Stefano Benazzi (Università di Bologna), Fabio Negrino (Università di Genova) e Marco Peresani (Univerisità di Ferrara) - e comprende anche studiosi della University of Colorado Denver (Usa), dell'Università di Montreal (Canada), della Washington University (Usa), dell'Università di Tubinga (Germania) e dell'Institute of Human Origins dell'Arizona State University (Usa). Gli scienziati sottolineano, nell'articolo, come sia molto raro ritrovare sepolture ben conservate come questa nel periodo in questione, immediatamente dopo la fine dell'ultima glaciazione. Arma Veirana è un luogo popolare nell'Italia nord-occidentale, non solo tra le famiglie locali, ma anche tra i saccheggiatori, i cui scavi hanno portato alla luce gli strumenti della tarda era glaciale che per primi hanno attirato l'attenzione degli archeologi nel 2015. Il team ha trascorso le prime due stagioni lavorando vicino all'imboccatura della grotta, dove hanno scoperto i cosiddetti strumenti "musteriani" associati ai Neanderthal e risalenti a più di 50.000 anni fa. Incuriositi dalla scoperta di strumenti più "recenti", che sembravano essere erosi dalle profondità della grotta, i ricercatori hanno iniziato a esplorare questi strati di sedimenti, dissotterrando una serie di perline di conchiglie perfettamente perforate, come da uno strumento di alta tecnologia, che presto hanno portato alla scoperta della calotta cranica di Neve da parte dell'antropologa Claudine Gravel-Miguel. 


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