a cura della redazione, 13 giugno 

Mentre completava gli scavi sul lato occidentale del museo all'aperto presso l'obelisco del re Senusret I, a Mataria, una missione archeologica congiunta egiziano-tedesca, è riuscita a scoprire nel Tempio del Sole blocchi di pietra granitica dell'epoca del re Cheope, secondo faraone della IV dinastia nella prima metà del periodo dell'Antico Regno (XXVI secolo a.C.), oltre alle fondamenta del cortile di un tempio che risale all'epoca del Nuovo Regno, e una serie di statue e altari. 

La missione stava scavando nell'antica città di Heliopoli, un importante centro religioso. Gli archeologi hanno scoperto grandi blocchi di granito nelle rovine del Tempio del Sole, che rappresentano la prima scoperta del periodo del faraone Cheope nella regione di Ain Shams. Mustafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo per l'Archeologia, ha annunciato la scoperta in un comunicato stampa, suggerendo che la pietra potrebbe aver fatto parte di un edificio un tempo situato presso le Piramidi di Giza e successivamente spostato e riproposto tra la XIX e la XX dinastia. Sarebbe stato usato come materiale da costruzione nell'era Ramesside, un periodo in cui erano comuni le pietre di edifici storicamente più antichi. 

Ayman Ashmawy, responsabile della divisione delle Antichità Egizie presso il Consiglio Supremo e capo della missione da parte egiziana, ha aggiunto che sono state rivelare alcune prove dell'esistenza precoce di quest'area, poiché molti strati archeologici risalgono all'epoca della dinastia Zero (periodo Naqada). 

Sono stati recuperati anche diversi strati di macerie ceramiche, che indicano l'attività religiosa e rituale nel III millennio a.C. nel sito, e testimonianze che indicano una grande presenza durante l'epoca della III e IV dinastia, come un pezzo di granito appartenuto al re Pepi I (2280 a.C.). Su di esso c'è un'iscrizione prominente del falco di Horus. È stata anche rivelata la base di una statua del re Amazis, o Ahmose II, parti delle statue a forma di sfingi, che sono considerate prove dell'uso e della presenza reale nel tempio, oltre a tracce di un certo numero di faraoni, tra cui i re Amenemhat II, Senusret III, Amenemhat III, Amenemhat V, Thutmose III, Amenhotep II e III, Horemheb, Ramses II e re Seti II. 

Dietrich Rau, capo della missione da parte tedesca, ha spiegato che la missione è riuscita anche a scoprire parti dei sarcofagi e degli altari dell'era dei re Amenemhat IV, Sobekhotep IV, Ay, Seti I, Osorkon I, Takelot I e Psamtik I, oltre a rivelare un modello scultoreo in quarzo a forma di "Sfinge" del re Amenhotep II, e la base di un'enorme statua di scimmia di granito rosa di un babbuino. 


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A ovest di Huánuco, si trova una huaca preispanica che ha l'aspetto di un promontorio naturale edificato dall’uomo 3.800 anni fa. Si tratta di una delle più antiche testimonianze di costruzioni dedicate all'attività cerimoniale o religiosa in Perù...


a cura della redazione, 9 dicembre

A ovest di Huánuco, si trova una huaca preispanica che ha l'aspetto di un promontorio naturale edificato dall’uomo 3.800 anni fa. Il suo nome è Kotosh e significa, appunto, “monte di pietre”. Si tratta di una delle più antiche testimonianze di costruzioni dedicate all'attività cerimoniale o religiosa in Perù, e la forma dei suoi templi a tre strati terrazzati, come la disposizione dei suoi elementi interni, lo rendono il fulcro del più antico movimento religioso delle Ande peruviane. Scoperto negli anni trenta dello scorso secolo, fu associato dall’archeologo Giulio Cesare Tello a una delle prime popolazioni andine, quale anello di congiunzione nella storia della civiltà peruviana, la cui massima espressione fu la città sacra di Caral. Dopo la scomparsa di Tello, non ci furono più ricerche nella zona, fino a quando nel 1960 l'Università di Tokyo inviò una spedizione guidata da Seichi Izumi. Nel team anche l'archeologo Toshinico Sono, l'antropologo Kazuo Terada e altri specialisti. La squadra ha rimosso i detriti a Kotosh, fino a trovare i resti di un'antichissima costruzione del preceramico. Sulla parete nord sono stati rinvenuti una coppia di rilievi fittili che rappresentano due braccia incrociate, da destra a sinistra e per questo motivo questo edificio è stato chiamato "Tempio delle Mani Incrociate". Nel 1963 un altro rilievo simile fu trovato sulla stessa parete, ma con il braccio sinistro sopra il destro. Le sculture delle mani incrociate sono le più antiche trovate in Perù. Alcuni sostengono che rappresentino la dualità e la complementarità. Anche il doppio livello del pavimento del tempio è considerato un'espressione materiale del "dualismo" in questo sito. A partire dal 1960, gli archeologi hanno completamente disseppellito il tempio confermandone l’età plurimillenaria. Risalirebbe almeno al 1800 a.C..  Si tratta di un complesso di varie edificazioni a scopo religioso, senza finestre, con una sorta di pozzo o fossa centrale. Questa antichissima huaca, non solo è la più precoce architettura cerimoniale delle Ande, ma risulta essere edificata in un punto magnetico che amplifica la voce del visitatore rispetto alle altre persone presenti. Kotosh comprende anche due templi naturali: il tempio della Purificazione, dove si eseguivano le abluzioni sacerdotali e le cerimonie di iniziazione, per poi passare la notte in meditazione nel tempio naturale della Luna, Quillarumi, e con l'alba ricevere il bagno dell'aurora, il Sacro Fuoco, officiando il Padre Inti (Sole). Il Quillarumi si trova sulla cima di una montagna sul lato sud ovest del tempio Kotosh. E' una formazione rocciosa a forma di mezza luna, ornata con pitture rupestri ancora più antiche. Sul lato sinistro ci sono simboli e scene della vita spirituale e sul lato destro scene della vita materiale.


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