A ovest di Huánuco, si trova una huaca preispanica che ha l'aspetto di un promontorio naturale edificato dall’uomo 3.800 anni fa. Si tratta di una delle più antiche testimonianze di costruzioni dedicate all'attività cerimoniale o religiosa in Perù...


a cura della redazione, 9 dicembre

A ovest di Huánuco, si trova una huaca preispanica che ha l'aspetto di un promontorio naturale edificato dall’uomo 3.800 anni fa. Il suo nome è Kotosh e significa, appunto, “monte di pietre”. Si tratta di una delle più antiche testimonianze di costruzioni dedicate all'attività cerimoniale o religiosa in Perù, e la forma dei suoi templi a tre strati terrazzati, come la disposizione dei suoi elementi interni, lo rendono il fulcro del più antico movimento religioso delle Ande peruviane. Scoperto negli anni trenta dello scorso secolo, fu associato dall’archeologo Giulio Cesare Tello a una delle prime popolazioni andine, quale anello di congiunzione nella storia della civiltà peruviana, la cui massima espressione fu la città sacra di Caral. Dopo la scomparsa di Tello, non ci furono più ricerche nella zona, fino a quando nel 1960 l'Università di Tokyo inviò una spedizione guidata da Seichi Izumi. Nel team anche l'archeologo Toshinico Sono, l'antropologo Kazuo Terada e altri specialisti. La squadra ha rimosso i detriti a Kotosh, fino a trovare i resti di un'antichissima costruzione del preceramico. Sulla parete nord sono stati rinvenuti una coppia di rilievi fittili che rappresentano due braccia incrociate, da destra a sinistra e per questo motivo questo edificio è stato chiamato "Tempio delle Mani Incrociate". Nel 1963 un altro rilievo simile fu trovato sulla stessa parete, ma con il braccio sinistro sopra il destro. Le sculture delle mani incrociate sono le più antiche trovate in Perù. Alcuni sostengono che rappresentino la dualità e la complementarità. Anche il doppio livello del pavimento del tempio è considerato un'espressione materiale del "dualismo" in questo sito. A partire dal 1960, gli archeologi hanno completamente disseppellito il tempio confermandone l’età plurimillenaria. Risalirebbe almeno al 1800 a.C..  Si tratta di un complesso di varie edificazioni a scopo religioso, senza finestre, con una sorta di pozzo o fossa centrale. Questa antichissima huaca, non solo è la più precoce architettura cerimoniale delle Ande, ma risulta essere edificata in un punto magnetico che amplifica la voce del visitatore rispetto alle altre persone presenti. Kotosh comprende anche due templi naturali: il tempio della Purificazione, dove si eseguivano le abluzioni sacerdotali e le cerimonie di iniziazione, per poi passare la notte in meditazione nel tempio naturale della Luna, Quillarumi, e con l'alba ricevere il bagno dell'aurora, il Sacro Fuoco, officiando il Padre Inti (Sole). Il Quillarumi si trova sulla cima di una montagna sul lato sud ovest del tempio Kotosh. E' una formazione rocciosa a forma di mezza luna, ornata con pitture rupestri ancora più antiche. Sul lato sinistro ci sono simboli e scene della vita spirituale e sul lato destro scene della vita materiale.


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Gli archeologi hanno scoperto quello che ritengono essere uno dei "templi del sole" perduti in Egitto, risalente alla metà del XV secolo a.C. ...


CNN, 17 novembre 

Gli archeologi hanno scoperto quello che ritengono essere uno dei "templi del sole" perduti in Egitto, risalente alla metà del XV secolo a.C. Il team ha scoperto i resti sepolti sotto un altro tempio ad Abu Ghurab, circa 30 chilometri a sud del Cairo, ha detto alla Galileus Web il co-direttore della missione Massimiliano Nuzzolo, assistente professore di egittologia presso l’Istituto per le culture mediterranee e orientali dell’Accademia polacca delle scienze a Varsavia. 

La scoperta di Nuzzolo e del team è stata protagonista di una puntata di “Lost Treasures of Egypt” di National Geographic. Nel 1898, gli archeologi che lavoravano nel sito scoprirono il tempio del Sole di Nyuserra, noto anche come Neuserre o Nyuserre, il sesto re della V dinastia, che governò l'Egitto tra il 2400 e il 2370 a.C.. Le scoperte fatte durante l’ultima missione suggeriscono che sia stato costruito sopra i resti di un altro tempio. 

UN TEMPIO SOLARE SOTTO QUELLO DI NIUSERRE - Ne parliamo in modo approfondito su FENIX n° 160, in un articolo a cura di Robert Bouval, che ci spiega perché il calendario egizio sia da considerarsi il lascito della legge cosmica di Maat, introducendoci al sistema religioso dei cicli cosmici, dal sotiaco al precessionale, in un preciso gioco di corrispondenze tra il sud nilotico e l'est astronomico, grazie al rispecchiamento tra Nilo terrestre, che scorre da sud a nord, e il Nilo celeste (la Via Lattea), che scorre da est a ovest.

Gli archeologi del XX secolo avevano scavato solo una piccolissima parte di questo edificio in mattoni di fango sotto il tempio in pietra di Nyuserra e avevano concluso che questa era una fase di costruzione precedente. I nuovi ritrovamenti dimostrano che si trattava di un edificio completamente diverso, eretto prima di Nyuserra. I reperti comprendono sigilli incisi con i nomi dei re che regnarono prima di lui, un tempo usati come tappi per giare, nonché le basi di due colonne in calcare, che facevano parte di un portico d’ingresso, e una soglia in pietra calcarea. La costruzione originaria era interamente realizzata in mattoni di fango. 

La squadra di Nuzzolo ha anche trovato “decine di vasi pieni di fango rituale, che veniva utilizzato solo in specifici contesti religiosi. La ceramica è stata datata alla metà del XV secolo a.C., una o due generazioni prima”. Il monumento in mattoni di fango “era di dimensioni impressionanti”, ha detto Nuzzolo, ma Nyuserra lo distrusse ritualmente per costruire il suo tempio del Sole. Indirettamente, lo scopo principale del tempio era quello di essere il luogo per la deificazione del re vivente. Fonti storiche suggeriscono che furono costruiti in totale sei templi del Sole, ma solo due erano stati portati alla luce in precedenza. Da queste fonti sappiamo che i templi del Sole furono tutti costruiti intorno ad Abu Gharab. Quello di Nyuserra ha una disposizione molto simile all’edificio in mattoni di fango, ma è più grande e fatto di pietra, materiale meno deperibile. Lo scavo, ancora in corso, fa parte di una missione congiunta dell'Università degli Studi di Napoli L’Orientale e dell’Accademia polacca delle Scienze.


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