Scoperta in Italia la sepoltura altamente decorata di 10.000 anni fa di una bambina adornata con 60 perline in conchiglie perfettamente forate, quattro ciondoli ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale...


Scientific Report (Nature), 14 dicembre

Scoperta in Italia la sepoltura altamente decorata di 10.000 anni fa di una bambina adornata con 60 perline in conchiglie perfettamente forate, quattro ciondoli ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale. Gli archeologi l'hanno chiamata Neve, è la bambina più antica mai ritrovata in una sepoltura del primo Mesolitico in Europa. La scoperta, appena pubblicata sulla rivista "Nature", è stata fatta in Liguria, nella grotta Arma Veirana, nell'entroterra di Albenga, in provincia di Savona. Gli esami del DNA e dei denti hanno portato gli scienziati a indicare che la neonata avesse tra i 40 e i 50 giorni di vita quando morì. Questa scoperta testimonia come tutti i membri della comunità, anche i neonati, anticamente erano riconosciuti come persone a pieno titolo e godevano di un trattamento egualitario. La sepoltura di Neve è simile a quella di bambini di 11.500 anni precedentemente trovati a  Upward Sun River, in Alaska. Ciò suggerisce che questo atteggiamento sociale potrebbe avere origine da una cultura ancestrale condivisa con i popoli che migrarono in Europa e Nord America. La scoperta, e lo studio correlato, sono frutto del lavoro di un team coordinato da ricercatori italiani - Stefano Benazzi (Università di Bologna), Fabio Negrino (Università di Genova) e Marco Peresani (Univerisità di Ferrara) - e comprende anche studiosi della University of Colorado Denver (Usa), dell'Università di Montreal (Canada), della Washington University (Usa), dell'Università di Tubinga (Germania) e dell'Institute of Human Origins dell'Arizona State University (Usa). Gli scienziati sottolineano, nell'articolo, come sia molto raro ritrovare sepolture ben conservate come questa nel periodo in questione, immediatamente dopo la fine dell'ultima glaciazione. Arma Veirana è un luogo popolare nell'Italia nord-occidentale, non solo tra le famiglie locali, ma anche tra i saccheggiatori, i cui scavi hanno portato alla luce gli strumenti della tarda era glaciale che per primi hanno attirato l'attenzione degli archeologi nel 2015. Il team ha trascorso le prime due stagioni lavorando vicino all'imboccatura della grotta, dove hanno scoperto i cosiddetti strumenti "musteriani" associati ai Neanderthal e risalenti a più di 50.000 anni fa. Incuriositi dalla scoperta di strumenti più "recenti", che sembravano essere erosi dalle profondità della grotta, i ricercatori hanno iniziato a esplorare questi strati di sedimenti, dissotterrando una serie di perline di conchiglie perfettamente perforate, come da uno strumento di alta tecnologia, che presto hanno portato alla scoperta della calotta cranica di Neve da parte dell'antropologa Claudine Gravel-Miguel. 


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Una recente indagine subacquea ha individuato i resti che potrebbero corrispondere al mitico tempio fenicio-punico di Melquart ed Ercole a Cadice, in un'area tra Camposoto e Sancti Petri, a Chiclana...


La Razòn,15 dicembre

Una recente indagine subacquea ha individuato i resti che potrebbero corrispondere al mitico tempio fenicio-punico di Melquart ed Ercole a Cadice, in un'area tra Camposoto (San Fernando) e Sancti Petri, a Chiclana. Ritrovamento che, se confermato, potrebbe risolvere una delle grandi incognite dell'archeologia. La struttura, situata a una profondità compresa tra cinque e tre metri e con dimensioni di 300 metri di lunghezza e 150 di larghezza, è stata localizzata grazie al lavoro di telerilevamento effettuato da Ricardo Belizón Aragón e Antonio Sáez Romero, dell'Università di Siviglia. La ricerca, presentata oggi al Centro di Archeologia Subacquea di Cadice, ha determinato l'esistenza nei dintorni del canale Sancti Petri di altre strutture che potrebbero corrispondere a porti e altri edifici che indicherebbero l'esistenza di un’antica strtuttura ormai sommersa. Il luogo e le caratteristiche in cui sono stati collocati i possibili resti di questo ricercato tempio, sottoposto all'ondeggiare delle maree, che rende difficili le indagini, corrispondono alle descrizioni dello spazio mitico riportate nei loro testi da autori classici come Strabone, Posidonio e Filostato, tra i tanti, corroborando la loro teoria. Il punto del ritrovamento dista circa quattro chilometri da quello recentemente segnalato da un'altra indagine di esperti delle università di Córdoba e Cadice. Dopo la prima analisi delle informazioni ottenute, unitamente ai dati documentali e archeologici già esistenti sull'area, il personale della Delegazione Territoriale, dell'Università di Siviglia e del Centro di Archeologia Subacquea ha compiuto diversi sopralluoghi. I dati raccolti hanno rivelato l'esistenza di un ambiente totalmente diverso da quello sinora ipotizzato: un nuovo paesaggio costiero e un litorale fortemente antropizzato, con la presenza di possibili dighe foranee, grandi edifici e anche un possibile bacino portuale chiuso. La ricerca futura si concentrerà sulla conduzione di indagini archeologiche (terrestri e subacquee), studi documentali e geoarcheologici specifici e campionamenti paleoambientali.


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I ricercatori potrebbero aver scoperto le prime prove di ominidi, o primi esseri umani, che trasformano l'ambiente. L'impronta distintiva dell’attività dell’uomo è stata identificata vicino a un grande specchio d'acqua nella regione che circonda un luogo di scavo nella valle di Geisel in Sassonia-Anhalt, risalente a circa 125.000 anni fa…


Science Advance, 15 dicembre 

I ricercatori potrebbero aver scoperto le prime prove di ominidi, o primi esseri umani, che trasformano l'ambiente. L'impronta distintiva dell’attività dell’uomo è stata identificata vicino a un grande specchio d'acqua nella regione che circonda un luogo di scavo nella valle di Geisel in Sassonia-Anhalt, risalente a circa 125.000 anni fa. Centinaia di ossa di animali macellati, circa 20.000 manufatti in pietra e prove di incendi sono stati scoperti in un sito di Neanderthal nel bacino del lago Neumark-Nord nella valle del Geisel, nella Germania centrale, da un team di ricercatori guidati da Wil Roebroeks dell'Università di Leida. Campioni di polline antico nel sito indicano che l'area era stata ripulita dagli alberi, mentre i conteggi del polline nelle vicine montagne Harz mostrano che erano boschive. I Neanderthal e altri primi esseri umani sono stati un fattore nel plasmare la vegetazione in questo ambiente. Sulla base di tali evidenze, gli studiosi ritengono che le attività che includono la caccia, la lavorazione degli animali, la produzione di utensili e l'uso del fuoco potrebbero spiegare perché le foreste della regione sono state disboscate durante questo periodo rispetto alla vegetazione che circonda altri laghi vicini. La scoperta aggiunge un aspetto importante al comportamento umano primitivo, compreso l'uomo di Neandertal, poiché mostra che gli esseri umani erano già un fattore visibile a livello locale nella formazione della vegetazione 125.000 anni fa. I risultati della ricerca, ancora in corso, potrebbero complicare la comprensione da parte degli scienziati dell'ultimo periodo interglaciale, iniziato circa 130.000 anni fa e terminato circa 115.000 anni fa.


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Quando un vecchio faggio è caduto durante le tempeste invernali in Irlanda nel 2015, sotto la gigantesca massa di radici estratte dal terreno sono stati trovati i resti di un ragazzo medievale. L'albero secolare è stato sradicato a Collooney, una cittadina nella contea di Sligo, sulla costa nord-occidentale dell'Irlanda. Le analisi preliminari delle ossa dell'osteoarcheologa Linda Lynch e altri presso Sligo-Leitrim Archaeological Services (SLAS), una società di consulenza privata, hanno rivelato i resti di un giovane che aveva tra i 17 e i 20 anni quando è morto. I ricercatori hanno anche datato le ossa misurando il carbonio-14 , un isotopo radioattivo naturale chiamato anche radiocarbonio...


British Archaeology,  dicembre 2021

Quando un vecchio faggio è caduto durante le tempeste invernali in Irlanda nel 2015, sotto la gigantesca massa di radici estratte dal terreno sono stati trovati i resti di un ragazzo medievale. L'albero secolare è stato sradicato a Collooney, una cittadina nella contea di Sligo, sulla costa nord-occidentale dell'Irlanda. Le analisi preliminari delle ossa dell'osteoarcheologa Linda Lynch e altri presso Sligo-Leitrim Archaeological Services (SLAS), una società di consulenza privata, hanno rivelato i resti di un giovane che aveva tra i 17 e i 20 anni quando è morto. I ricercatori hanno anche datato le ossa misurando il carbonio-14 , un isotopo radioattivo naturale chiamato anche radiocarbonio. Poiché questo isotopo, un elemento con un diverso numero di neutroni nel suo nucleo, decade a una velocità regolare, gli scienziati possono stabilire quanti anni ha un materiale organico, misurando la quantità di radiocarbonio presente. Hanno così scoperto che il ragazzo sarebbe morto tra il 1030 e il 1200 d.C., e a quanto pare la sua morte è stata violenta, poiché Lynch ha trovato diverse ferite alle costole e sulla mano, probabilmente inferte con un coltello. L'intero scheletro è stato sepolto con cura, ma quando l'albero è stato sradicato, ha strappato dal terreno la parte superiore del corpo, che era impigliata nelle radici. Al momento non  sono state trovate altre sepolture nella zona, ma documenti del XIX secolo affermano che ci sono una chiesa e un cimitero da qualche parte nelle vicinanze. Il team scientifico sta ancora indagando sui resti. Lo scheletro è stato inviato al National Museum of Ireland, Dublino.


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Gli archeologi hanno portato alla luce due tombe con resti umani con lingue d'oro nel sito archeologico di El-Bahnasa nel governatorato di Minya nell'Alto Egitto. La scoperta è stata fatta durante i lavori di scavo effettuati da una missione archeologica spagnola dell'Università di Barcellona e dell'IPOA. All'ingresso della prima tomba, i ricercatori hanno trovato due serie di resti umani i cui crani erano stati dotati di lingue d'oro. All'interno di questa tomba, aperta e saccheggiata nell'antichità, è stato ritrovato un grande sarcofago in pietra calcarea con coperchio a forma di donna. La seconda tomba, invece, era ancora sigillata...


Ahram Online, 5 dicembre

Gli archeologi hanno portato alla luce due tombe con resti umani con lingue d'oro nel sito archeologico di El-Bahnasa nel governatorato di Minya nell'Alto Egitto. La scoperta è stata fatta durante i lavori di scavo effettuati da una missione archeologica spagnola dell'Università di Barcellona e dell'IPOA. All'ingresso della prima tomba, i ricercatori hanno trovato due serie di resti umani i cui crani erano stati dotati di lingue d'oro. All'interno di questa tomba, aperta e saccheggiata nell'antichità, è stato ritrovato un grande sarcofago in pietra calcarea con coperchio a forma di donna. La seconda tomba, invece, era ancora sigillata. Conteneva un sarcofago in pietra calcarea con coperchio a forma di uomo, due nicchie con vasi canopi e più di 200 manufatti, tra cui amuleti, perline e statuine ushabti di maiolica turchese. Le tombe sono sembra appartengano alla XXVI dinastia, tra il 688 e il 525 a.C., che è anche chiamata periodo Saita, dal nome della capitale Sais nel delta occidentale del Nilo. La missione opera nell'area di El-Bahnasa dal 1992, guidata da Maite Mascort e Esther Pons Melado. In questi anni sono stati rinvenuti diversi reperti, tra cui una collezione di epoca saita, greco-romana e copta.


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Un team internazionale di ricercatori guidati da Patrick Wertmann ha analizzato un set quasi completo di armature in scaglie di cuoio scoperte in una tomba in una regione estremamente arida della Cina nordoccidentale. Il design dell'armatura indica che è stata realizzata nell'impero neo-assiro, che includeva parti di quelli che oggi sono l'Iraq, l'Iran, la Siria, la Turchia e l'Egitto, dove tale armatura fu sviluppata nel IX secolo a.C. per uso militare...


University of Zurich, 8 dicembre

Un team internazionale di ricercatori guidati da Patrick Wertmann ha analizzato un set quasi completo di armature in scaglie di cuoio scoperte in una tomba in una regione estremamente arida della Cina nordoccidentale. Il design dell'armatura indica che è stata realizzata nell'impero neo-assiro, che includeva parti di quelli che oggi sono l'Iraq, l'Iran, la Siria, la Turchia e l'Egitto, dove tale armatura fu sviluppata nel IX secolo a.C. per uso militare. Datata al radiocarbonio tra il 786 e il 543 a.C., l'armatura è composta da oltre 5.000 piccole scaglie di cuoio e 140 più grandi cucite in file orizzontali su materiale di supporto per proteggere il busto, i fianchi e la parte bassa della schiena di chi la indossava. Sebbene non esistano altre armature simili in tutta la Cina 2.700 anni fa, ci sono alcune somiglianze stilistiche e funzionali con una seconda armatura di origine sconosciuta conservata dal Metropolitan Museum of Art di New York. È possibile che le due armature fossero intese come abiti per unità distinte dello stesso esercito, ovvero l'armatura Yanghai per la cavalleria e l'armatura del Met per la fanteria. Non è chiaro se l'armatura Yanghai appartenesse a un soldato straniero che lavorava per le forze assire che l'aveva portata a casa con sé, o se fosse stata portata da qualcun altro che era stato nella regione. Anche se gli studiosi al momento non sono stati in grado di tracciare il percorso esatto dall'Assiria alla Cina nordoccidentale, il ritrovamento è una delle rare prove effettive del trasferimento tecnologico da ovest a est attraverso il continente eurasiatico all'inizio del primo millennio a.C.. La notizia è stata resa nota dall'Università di Zurigo.


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Garry Nolan, professore di patologia analizzando i materiali trovati nei siti di incidenti UFO ha scoperto che questi oggetti di metallo hanno una composizione diversa dal normale...


VICE, 10 dicembre 

Garry Nolan, professore di patologia alla Stanford University, possiede 40 brevetti statunitensi, 300 articoli di ricerca ed è conosciuto come uno dei 25 migliori innovatori in ambito universitario. Tuttavia, è più probabile lo si ricordi come il “ragazzo” che analizza i materiali trovati nei siti di incidenti UFO. Intervistato da VICE, per la rubrica "Motherboard Tech", Nolan afferma di essere cresciuto leggendo fantascienza e come la maggior parte di noi è sempre stato interessato a leggere di alieni e UFO. Dopo aver confutato la presenza di malformazioni su un piccolo scheletro di presunta origine aliena, Nolan e il suo team a Stanford hanno attirato l’attenzione della Central Intelligence Agency (CIA), che voleva che indagasse su alcuni piloti che si erano avvicinati agli UFO o, come li chiama la CIA, a Fenomeni Aerei non Identificati (UAP). Quello che l'Agenzia statunitense aveva erano scansioni cerebrali di oltre 100 individui che avevano sperimentato UAP con evidenza di danni. Dopo ulteriori indagini, Nolan si è reso conto che tali danni erano presenti anche nelle scansioni cerebrali di alcuni di questi individui prima dell'esperienza UAP, il che ha portato alla conclusione che la così detta “sindrome dell’Avana” era qualcosa con cui questi individui erano probabilmente nati. Tuttavia, poiché la sindrome è ormai diventata un problema di sicurezza nazionale, Nolan non ha più accesso a quei pazienti. La serie di strumenti di analisi che Nolan aveva sviluppato gli ha dato comunque accesso a materiale solitamente trovato nei siti UAP. Come Nolan ha spiegato nella sua intervista, questi oggetti di metallo hanno una composizione diversa dal normale. Uno dei campioni che ha studiato contiene un isotopo del magnesio che non si trova in natura. Sospetta che sia stato progettato. Non ha una spiegazione per chi potrebbe averlo fatto o perché.  Il lavoro di Nolan attualmente è analizzare questi materiali per capirne l'origine e cosa sono. Una volta compresa la loro struttura a livello atomico, può ipotizzare la loro funzione e tentare di spiegare cosa succede durante un UAP.


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Gli archeologi hanno scoperto quello che ritengono essere uno dei "templi del sole" perduti in Egitto, risalente alla metà del XV secolo a.C. ...


CNN, 17 novembre 

Gli archeologi hanno scoperto quello che ritengono essere uno dei "templi del sole" perduti in Egitto, risalente alla metà del XV secolo a.C. Il team ha scoperto i resti sepolti sotto un altro tempio ad Abu Ghurab, circa 30 chilometri a sud del Cairo, ha detto alla Galileus Web il co-direttore della missione Massimiliano Nuzzolo, assistente professore di egittologia presso l’Istituto per le culture mediterranee e orientali dell’Accademia polacca delle scienze a Varsavia. 

La scoperta di Nuzzolo e del team è stata protagonista di una puntata di “Lost Treasures of Egypt” di National Geographic. Nel 1898, gli archeologi che lavoravano nel sito scoprirono il tempio del Sole di Nyuserra, noto anche come Neuserre o Nyuserre, il sesto re della V dinastia, che governò l'Egitto tra il 2400 e il 2370 a.C.. Le scoperte fatte durante l’ultima missione suggeriscono che sia stato costruito sopra i resti di un altro tempio. 

UN TEMPIO SOLARE SOTTO QUELLO DI NIUSERRE - Ne parliamo in modo approfondito su FENIX n° 160, in un articolo a cura di Robert Bouval, che ci spiega perché il calendario egizio sia da considerarsi il lascito della legge cosmica di Maat, introducendoci al sistema religioso dei cicli cosmici, dal sotiaco al precessionale, in un preciso gioco di corrispondenze tra il sud nilotico e l'est astronomico, grazie al rispecchiamento tra Nilo terrestre, che scorre da sud a nord, e il Nilo celeste (la Via Lattea), che scorre da est a ovest.

Gli archeologi del XX secolo avevano scavato solo una piccolissima parte di questo edificio in mattoni di fango sotto il tempio in pietra di Nyuserra e avevano concluso che questa era una fase di costruzione precedente. I nuovi ritrovamenti dimostrano che si trattava di un edificio completamente diverso, eretto prima di Nyuserra. I reperti comprendono sigilli incisi con i nomi dei re che regnarono prima di lui, un tempo usati come tappi per giare, nonché le basi di due colonne in calcare, che facevano parte di un portico d’ingresso, e una soglia in pietra calcarea. La costruzione originaria era interamente realizzata in mattoni di fango. 

La squadra di Nuzzolo ha anche trovato “decine di vasi pieni di fango rituale, che veniva utilizzato solo in specifici contesti religiosi. La ceramica è stata datata alla metà del XV secolo a.C., una o due generazioni prima”. Il monumento in mattoni di fango “era di dimensioni impressionanti”, ha detto Nuzzolo, ma Nyuserra lo distrusse ritualmente per costruire il suo tempio del Sole. Indirettamente, lo scopo principale del tempio era quello di essere il luogo per la deificazione del re vivente. Fonti storiche suggeriscono che furono costruiti in totale sei templi del Sole, ma solo due erano stati portati alla luce in precedenza. Da queste fonti sappiamo che i templi del Sole furono tutti costruiti intorno ad Abu Gharab. Quello di Nyuserra ha una disposizione molto simile all’edificio in mattoni di fango, ma è più grande e fatto di pietra, materiale meno deperibile. Lo scavo, ancora in corso, fa parte di una missione congiunta dell'Università degli Studi di Napoli L’Orientale e dell’Accademia polacca delle Scienze.


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